Oggi non possiamo esimerci dal concetto di “globalità”: tutte le strutture del nostro corpo sono in continuità, basti pensare al concetto di “fascia”, o alle “catene muscolari”, agli “archi funzionali”, per finire, certamente non in ordine di importanza, col Meccanismo Respiratorio Primario.
L’influenza della lingua sul complesso Cranio-Cervico-Mandibolo-Ioideo è stato evidenziato da molteplici studi. La lingua è un organo muscolare sostenuto da uno scheletro osteo-fibroso che si inserisce sullo ioide. E’ in rapporto con la mandibola, con l’osso ioide, con l’epiglottide, col faringe e con il cranio. E’ in contiguità con palato, velo palatino, denti, labbra. In genere si considera formata da 17 muscoli, che, cosa unica nel corpo, hanno una sola inserzione, cioè hanno un capo libero. Questi muscoli sono privi di fusi neuromuscolari.
La lingua ha una dimensione topologica, cioè occupa lo spazio che trova a sua disposizione, e questo grazie alla regolazione spaziale che dipende da recettori esterni alla lingua (denti, gengive, labbra, guance, palato). La mancanza di elementi dentari, le alterazioni del rapporto mandibolo-mascellare in senso trasversale, verticale o orizzontale può provocare alterazioni tensive sullo ioide e quindi sul diaframma sottobuccale e a cascata su tutti i diaframmi del corpo.
Catena linguale
La catena linguale o anteriore nasce a livello dell’occipite. Si organizza già nella posizione fetale, durante la vita nell’utero, sotto l’azione dell’emisfero destro. Essa si situa nell’ambito della sfera inconscia. Il ritorno a questa catena si avvera durante il sonno ove il soggetto ritrova la sicurezza intrauterina. Essa è legata alla funzione suzione-deglutizione, funzione antero-posteriore. Termina a livello del pollice e dell’alluce. Essa organizza il primo anello funzionale mano-bocca. La catena linguale corrisponde alla linea di gravità anteriore montante. L’arretramento della lingua corrisponde alla flessione cranica, il suo avanzamento alla sua estensione.
Deglutizione
La deglutizione è, insieme alla respirazione, l’evento più caratterizzante della vita;
se consideriamo la tempistica dei due eventi poi, la deglutizione è senza dubbio la prima, perché mentre i movimenti respiratori iniziano con l’espansione dei polmoni al primo vagito, gli atti deglutitori cominciano molto più precocemente, già alla fine del terzo mese di vita endouterina, e continuano per tutta la gravidanza, con scopi ben diversi da quello alimentare.
Le trazioni esercitate dalle inserzioni dei muscoli sul periostio, le pressioni esercitate dai ventri muscolari sul supporto osseo, hanno la funzione fondamentale di modellare la struttura del massiccio cranio-facciale.
L’ingerire circa 1500 ml di liquido amniotico ogni ventiquattro ore permette la maturazione della funzione renale, l’effetto globale della azione muscolare partecipa a stimolare lo sviluppo delle strutture nervose intra-craniche.
L’allenamento lungo circa sei mesi della lingua nel suo movimento permette di poter affrontare con sufficiente sicurezza l’alimentazione dopo il parto.
E innumerevoli studi hanno evidenziato l’importanza di una corretta deglutizione, conseguente ad un allattamento adeguato, per lo sviluppo psico-motorio e dell’intelligenza del neonato.
Tuttavia il movimento deglutitorio è così complesso, coinvolgendo direttamente almeno 44 muscoli, che il neonato ha bisogno di circa sei mesi dopo la nascita per perfezionarlo e renderlo immutabile.
Da ciò l’importanza che non vi siano interferenze esterne che possano avere effetti devianti sulla creazione dell’engramma cerebrale, che presiederà alla attivazione dei singoli muscoli partecipanti e alla formazione della “sequenza” di attivazione.
La deglutizione atipica è correlata non solo con la morfologia oro-cranio-cervicale, ma anche con la postura generale del soggetto.
La lingua è in grado di perturbare l’equilibrio posturale grazie alle sue connessioni con strutture anatomiche di capitale importanza, oltre che per ragioni di ordine neurofisiologico.
L’apparato io-glosso, in virtù dei suoi legami con i mascellari, il cranio, le cervicali, le scapole, la faringe e la laringe rappresenta il vero “trait d’union” tra funzioni orali e funzioni posturali corporee. Per la disposizione prevalentemente trasversale delle sue fibre, la lingua può essere considerata un diaframma che mette in comunicazione le catene muscolari anteriori e posteriori del corpo.
Fonazione
La fonazione è una funzione complessa cui concorrono meccanismi centrali di pertinenza più neurologica e periferici di competenza più ”funzionale-strutturale”. I meccanismi periferici sono di pertinenza del foniatra/logopedista da un lato come anche dell’odontoiatra e dell’osteopata o terapista cranio-sacrale dall’altro.
Schematicamente possiamo considerare l’apparato fonatorio costituito da una pompa (diaframma, cassa toracica, polmoni, bronchi, trachea), un vibratore (che è la laringe) ed una cassa di risonanza (faringe, bocca e cavità sinusali del cranio).
Quando nella espirazione il flusso d’aria è interrotto dalle corde vocali, le cui labbra sono ravvicinate sulla linea mediana, per un gioco di passaggio e riaspirazione attraverso queste si genera la vibrazione. La formazione del suono laringeo non è dunque dovuto alla sola interruzione ritmica della corrente espiratoria, ma ad una modificazione ritmica delle compressioni o rarefazioni dell’aria a livello della glottide. Al di sopra della glottide, con le modificazioni dinamiche dello spazio muscolare faringo-laringeo e della cavità dinamica della bocca in virtù dei movimenti linguali, giugali e labiali, si producono i fonemi.
Nella pronuncia delle vocali la bocca entra in gioco in maniera limitata, non offrendo resistenza al passaggio dell’aria. Più rilevante è il ruolo della bocca nella produzione delle consonanti.
Per le correlazioni anatomo-fisiologiche della laringe “appesa” al complesso mandibolo-io-glosso, nonchè per l’importanza del muscolo diaframma, diventa chiaro il rapporto reciproco tra aspetto osteopatico, posturale ed emissione vocale.