La pelle rappresenta l’organo di senso più esteso e più pesante del corpo umano. Essa costituisce un elemento fondamentale dell’esterocezione, che è l’insieme delle funzioni esplicate dai centri nervosi e dai recettori per acquisire informazioni dall’ambiente esterno. Svolge una funzione protettiva dall’ambiente esterno, termoregolatrice con vasodilatazione e vasocostrizione e purificatrice attraverso la sudorazione. Non ultimo, svolge un’importante funzione nervosa recettiva per la sensibilità cutanea superficiale e profonda attraverso le numerose terminazioni nervose sensitive che raccolgono stimoli di varia natura: tattile, dolorifica, termica, pressoria, cinestetica.
Quando, a seguito di un incidente o un intervento, sulla pelle restano le cicatrici, anche di vecchia data, possono diventare patologiche, ed essere fonte di disturbo per il Sistema Tonico Posturale Fine.
Ciò può accadere nei casi di cicatrici prodotte a seguito di interventi chirurgici. Questo perché in natura una lesione cutanea si manifesta generalmente a seguito di un evento traumatico, anche se di lieve entità. Il cervello e il “Sistema Persona” sono coscienti e consapevoli di ciò che è accaduto e collegano il trauma alla lesione.
Nelle cicatrici chirurgiche il cervello si “addormenta” a seguito di anestesia (sia locale che totale) con la pelle sana e si risveglia con una ferita sulla cute più o meno profonda nel derma ed estesa sulla pelle. Da qui, una prima “incoerenza” che mette in crisi l’identificazione dell’accaduto.
Quando il chirurgo affonda il bisturi, vengono recisi più strati di tessuto e quando questi verranno rimarginati, è possibile che creino delle fissazioni lungo le fasce connettivali che avvolgono la parte anatomica. Queste fissazioni creano un fulcro per via del quale, le strutture circostanti o adiacenti sono vincolate ad esso, quindi non possono essere libere di muoversi.
Molti soggetti non danno importanza alcuna ad una cicatrice da intervento chirurgico; per dimenticanza o altro, viene completamente messa da parte.
Le cicatrici chirurgiche possono avere una grande influenza su tutto il sistema fasciale, in particolar modo quando parliamo di interventi a livello viscerale, tipo appendicectomia o allo stomaco, anche a distanza di anni.
Inoltre, in natura una ferita si rimargina dall’esterno verso l’interno. Nelle cicatrici chirurgiche, per i necessari punti di sutura, avviene l’opposto.
Questi elementi innaturali, oltre ad eventuali aderenze del tessuto cicatriziale con i tessuti sottostanti e la diminuita elasticità dello stesso rispetto alla pelle circostante, possono rendere la cicatrice “tossica”.
Quando le cicatrici sono patologiche possono essere causa di numerose problematiche di natura esterocettiva, bioenergetica riflessa (a seconda dei meridiani di agopuntura attraversati), ormonale.
Dal punto di vista posturale può succedere che, il più delle volte, le cicatrici patologiche tirino costantemente i recettori cutanei imbrigliati al loro interno e quando sono presenti sulla linea mediana del corpo, danno oscillazioni anomale sul piano sagittale, quindi il soggetto pendola avanti o dietro in direzione della cicatrice; mentre in quelle presenti di lato danno oscillazioni anomale di tipo rotatorio con rotazioni di spalle ed emibacini; se la cicatrice è localizzata sul piano frontale provocherà uno spostamento del baricentro corporeo in avanti, se localizzata posteriormente, si potranno avere antepulsione o retropulsione del corpo con conseguenti alterazioni di postura; ciò non è sempre così palese ed in alcuni casi assolutamente non evidente
Sotto il profilo neuro-endocrino le cicatrici patologiche generano una aumentata secrezione di adrenalina, con conseguenze generali (tachicardia, cefalea, ipertensione arteriosa ed altro).
Si ingenerano pertanto, una serie di meccanismi riflessi che determinano squilibri posturali a catena i quali saranno responsabili a loro volta della comparsa di dolori, contratture, rigidità muscolari a vari livelli.
La terapia delle cicatrici patologiche consiste in trattamenti locali manuali, applicazioni di gel ed infiltrazioni di procaina (Neuralterapia) in grado di modificare il potenziale elettrico di membrana delle cellule dei recettori. Ma anche massaggi per ammorbidire i tessuti cicatriziali, “scollare” eventuali aderenze sottostanti e, non ultimo, automassaggi per recuperare il contatto con questa parte del corpo spesso inconsciamente rimossa dal campo percettivo perché dolorante, fastidiosa, o emotivamente collegata a negative esperienze di vita. Il metodo Silving® consente di lavorare su vari livelli arrivando alla necessaria riorganizzazione dell’assetto posturale generale.