L’assetto posturale è il risultato dell’interazione funzionale tra le componenti biomeccaniche, neurofisiologiche, psicologiche e psicomotorie dell’individuo, e si evidenzia con gli atteggiamenti statici e dinamici dei segmenti corporei, variabili in relazione agli obiettivi da perseguire e agli stimoli dell’ambiente. E’ un progetto (che possiamo chiamare “immagine del corpo”) realizzato dal nostro cervello sulla base di alcune informazioni, di input che arrivano dall’esterno e dall’interno di noi.
Queste informazioni provenienti da quelli che vengono chiamati “Sotto-Sistemi” del “Sistema Tonico Posturale Fine” (in particolare il Sistema dell’appoggio podalico, il Sistema visivo, il Sistema stomatognatico, il Sistema vestibolare, il Sistema viscerale, il Sistema emozionale, il Sistema Motorio) vengono rielaborate nella parte più arcaica e antica del nostro cervello e riorganizzate per produrre una soluzione alla gestione dell’equilibrio.
Il concetto di postura, quindi, non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale. Si identifica, invece, con il concetto più generale di equilibrio inteso come “ottimizzazione” del rapporto tra soggetto e ambiente circostante, cioè quella condizione in cui il soggetto stesso assume una postura o una serie di posture ideali rispetto alla situazione ambientale, in quel determinato momento e per i programmi motori previsti.
La rieducazione posturale è indicata per tutti gli sport e in particolar modo per il ciclismo, uno sport affascinante perché presuppone un equilibrio perfetto tra il ciclista e il suo mezzo. Questo equilibrio è dato dalla posizione assunta dal ciclista durante la pedalata e dal rapporto millimetricamente dimensionato tra le misure dell’essere umano e le regolazioni del mezzo meccanico.
Il ciclismo è uno sport che non sovraccarica particolarmente le articolazioni, tuttavia quando le condizioni posturali di partenza non sono ottimali il movimento ripetitivo e prolungato può creare alterazioni dell’equilibrio muscolare. Alcuni muscoli lavorano più di altri (soprattutto in determinate posizioni) e se non sono in equilibrio con i loro antagonisti a lungo andare producono degli atteggiamenti che diventano sempre più definitivi. Da questi compensi ne consegue che forma e funzione dell’organismo risulteranno modificate.
Gli infortuni più frequenti a cui il ciclista può andare incontro sono:
-Sindrome della banda ileotibiale : dolore al lato esterno del ginocchio che inizia durante l’allenamento e peggiora quando s’interrompe l’attività.
-Dolore patello-femorale – È un dolore che si riscontra nella parte frontale del ginocchio, attorno all’area della patella. Il dolore si riscontra generalmente dopo l’allenamento in bicicletta. È sintomatico di un danno o un’infiammazione da frizione tra l’osso e la cartilagine ed è spesso causato da sovraccarico funzionale.
-Dolore alla schiena (zona lombare o sciatica) – Un dolore diffuso tra i ciclisti è sicuramente quello alla schiena. È dovuto alla particolare posizione che deve essere mantenuta anche per lungo tempo nella pratica del ciclismo.
-Cervicalgia
-Intorpidimento delle dita
-Dolore all’anca o all’inguine
Lo scopo della rieducazione posturale è prevenire o eliminare questi dolori articolari e muscolari, riequilibrando il sistema miofasciale attraverso posture di allungamento della catena muscolare, contrazioni isometriche, respirazione e correzione dei compensi.
Il Metodo Silving® è un protocollo d’intervento chinesiologico posturale completo e universalmente valido che tiene conto di tutti gli aspetti della persona considerando la reale complessità della postura umana.
E’ una ginnastica dolce, fatta di movimenti rispettosi della persona e realizzati in stato di profondo rilassamento.
L’allenamento mentale che richiede, costruisce schemi d’azione ideomotoria e circuiti neuronali idonei a sostenere una cinematica più raffinata ed è quindi particolarmente indicata per gli sportivi in quanto il gesto atletico diventerà più efficace ed evoluto.
Anche se non ci sono dolori ci possono essere avvisaglie che suggeriscono uno scompenso posturale. Prova a rispondere alle seguenti domande:
Senti la bici sempre inclinata da una parte?
Una gamba che si muove diversamente dall’altra?
La ruota che non è mai in asse?
Un’altra prova che si può fare in autonomia è quella di osservarsi allo specchio: porta l’attenzione sulla simmetria di spalle/fianchi/viso sul piano frontale, sulla posizione di capo/dorso/zona lombare/ginocchia mentre ti guardi lateralmente.
Durante il primo incontro la Dott.ssa Ragazzini esegue la Valutazione Posturale, grazie a questa valutazione si otterrà un quadro generale dello stato della persona.